GAIO FRATINI

Achille Serrao and Francesco Piga




He was born in Città del Pieve (Perugia) in 1921 and died in Rome in 1999.
A poet in Italian, known for his epigrammatic and satirical vein, he was also a man of theater and cinema, and above all a journalist. He also worked for Rai-Tv. He contributed to Scheiwiller's Almanacco del Pesce d'oro with Ennio Flaiano.
Fratini, decided to turn to his dialect no doubt as an experimental challenge. The poems included in this anthology are clear evidence of the attempt to transfer "in the harsh Perugia vernacular his modes in Italian, elegant and even too literary" (Cesare Vivaldi). In his dialect work Fratini displays a great capacity to revive the energy of fourteenth-century comic genres, with effects of violent expressionism obtained also through the use of irreverent, "salacious" lines, which are an intimate part of the popular tradition.
At times he makes a phonosymbolic use of language, with exquisitely ironic, satirical and even parodistic effects.


Essential Bibliography
Gaio Fratini dialect work is yet to be published in a volume.

Criticism
Serate di poesia a Perugia, edited by Elio Pecora, Perugia, 1981;
G. Spagnoletti and C. Vivaldi, La poesia dialettale dal Rinascimento a oggi, cit;
C. De Matteis, La letteratura in dialetto dell'Italia centrale - L'Umbria, cit.


Poems translated by Justin Vitiello


Inno a Perugia

A Prugia i prugine son'òmene come se dée,
'l fiolo stracanato porteno i bebi a l'orca,
abirono 'ntorno a chèsa 'ncla scusa de 'nì a bée,
e 'ntra 'l bée e 'l magna' antla camicia 'na sorca.
Spiccacaldari, sàntoli, bugaloni, gillosi,
morzuti ananze tempo e pu' resuscitati,
barulèi a panzillodola, spimpèri, nocchiolosi …
"Me dole tanto 'n uffo! M'onno sdrenato i frati!"
" Che locca l'anda'- argì"; " Nun ce vo' gi' a Sigillo";
"I vaccio o tardo artorno"; "Viene tuquae, bregnona!
soffietto arzumminiassi de tu' bregni 'nto' lillo,
granni come de 'n bovo, scorteca de vaccina!"
"Co' quilla cicalina nun balle' che t'impaglia,
t'invischia … ma che fe'? 'Ntla intosti tol rietro?
Anve' como fioretta, che godìolo de scaglia!"
arfa' lo scannaciccioli
chi smiccia
Fiammetta splucca' Pietro.

Inno a Perugia - A Perugina i perugini sono uomini come si deve, / i bambini stanchi li portano i padri sulle spalle, / girano intorno alla casa per poi finire a bere, / e tra il bere e il mangiare si sporcano la camicia. / Mozzorecchi, padrini, mangioni, golosi, / morti precocemente e poi resuscitati, / sciocchi con la pancia all'aria in ghingheri, permalosi …/ " Mi duole tanto un rene! M'hanno stuprato i frati!"/ "Che noia andare e tornare";"Non voglio andare a Sigillo";/ "Io prima o tardi torno"; "Viani un po' qui labbrona!/un giochetto sognassi fi labbra tue sul glande,/ labbra grandi di bue, avanzo di vaccina!"/ "Con quella sgualdrina non ballarci che t'impaglia / t'invischia … ma che fai? Te la prendi da dietro? / Accidenti come si muove, che godere di troia!"/ ripete il tisicuccio / che guarda / Fiammetta piluccare Pietro.

(traduzione dell'autore)


Hymn to Perugia

In Perugia, Perugians are real men,
fathers piggy-back their weary kids,
grunt around the house, take a snort,
guzzling and gorging, soil their shirts.
Hack-lawyers, godfathers, hogs and pigs,
premature corpses, resuscitated
as paunchy nitwits all primped and testy:
"Ouch! My kidneys! Those deadly boring monks!"
"What a bore, that trip to podunk Sigillo!"
"Don't know when I'll be back... Hey, Fat Lips,
come play a while on my dickhead,
ah!, those cow-lips-and licks!"
Don't dance with that tart, she'll pack you,
wrap you up...What's up with you?
Taking her from behind! Damn, how she
wriggles loving it like a seasoned whore!"
effuses the dwarf consumptive
as he watches
Fiammetta pick Pietro clean.


Lettera da Parrano

Ogge a Cantone giocano alle forme,
Filumena m'ha fatto 'na giavèrnia,
sono golete alte le palomme,
tal forca l'ho porteto a fe' il mascalòbro.
Doppo mill'agne st'Umbria è sempre li stessa,
gne pare 'l vero de magnè' e dormì'
a barba de chi trebbia per guernalla:
co' 'sta Gionta sen beglie e cucinete!
Pe spartì' do' mancate de profacole
honno finito nto 'na ratatùia!

"Balla de Greno"! "Balla d'Acetello!"
Morzuta è a Prugia 'sta lengua satirica!
Quanno arvo' su per le Scale Priore,
Aldo, me prenne 'n'anchema chi nun
me fa arfiatae … L'hanno i bernogi ardutte
'n zacco d'ossa Amagina' e Arzummia'!
Parrano (Parra-Parrae: upupa, schiochio )
io l'hevo consagreta da tantà.
La golpe c'ha ntol toppo la su' tana,
quilla ciornia fioretta 'ntra gli spizzichi.
L'ho lette, avó! Le tu' cartocciate,
in lengua non volgare ma bigonza …
Curre a scola, 'nn 'l sente 'l campanone
ch' 'l bebo d'Aldo da 'na vita sona?



Lettera da Parrano - Oggi a Cantone giocano a ruzzolone. / Filomena m'ha fatto proposte oscene, / sono volate alte le palombe, / ho portato mio figlio a fare l'antivaiolo. / Mille anni sono passati ma l'Umbria non cambia, / non le par vero di mangiare e dormire / in barba di chi tribola per governarla: / ci cucina la Giunta a fuoco lento! / Per pubblicare favole in dialetto / tutto è finito in rissa rusticana! // "Balla di grano!". "Balla d'Acetello!" / Morta è a Perugia la lingua satirica! / Quando torno a salire le scale dei Priori. / Aldo, un affanno mi prende che non / mi fa rifiatare... I cretini hanno ridotto / a un sacco d'ossa l'immaginario e il sogno! / Parrano (Parra-Parrae: upupa, o forse barbagianni) / io l'avevo descritta da molto tempo. / La volpe ha qui la sua tana / nel poggio, quella svenevole si dà a vista di gendarme. / Oh, se le ho lette le tue bartocciate, / in lingua non volgare ma soltanto insulsa ... / Corri a scuola, non senti il campanone / che il babbo d'Aldo da una vita suona?

( Traduzione dell'autore )

1. Balla d'Acetello: si allude a un "antipremio" fondato a perugia nel 1981 e morto dopo tre edizioni, "La balla dell'Anno".
2. Aldo: l'autore studiò privatamente da Aldo Capirini tra il 1938 e il 1940. Il padre del filosofo della non violenza era il campanaro del Palazzo dei Priori.


Letter from Parrano

Today in Cantone they play All-Fall-Down,
Filomena's made lewd advances,
the doves have absconded aloft,
I've brought my son for his anti-smallpox.
After a millennium Umbria's the same,
always amazed to eat and sleep in
spite of those who strain to govern her:
Junta's cook us on a slow flame!
Try and publish fables in dialect -
it's all ended in rustic riots!
"Balls of Wheat!" "Balls of Rotgut!"(1)
In Perugia the satiric tongue has been yanked.
Aldo (2), when I reascend the Priors' Stairs,
I get so winded I could have an attack...
The cretins have reduced to a sack of bones
all that we imagined and dreamed!
Parrano? Roots in Parra/Parrae?
Or in the hoopoe and barnowl?
I described it so long ago! Helas!
Here the fox has its den
on the hillock, that mawkish clown
puts on gendarme airs...
Oh, yes, I've read them,
those down-home masques in
a tongue not vernacular, just banal...
Boys, rush back to school!
Don't you hear that big bell that
Aldo's dad's been ringing
all his life?(3)


Notes: (1) the reference is to a counter-cultural poetry prize set up in 1981 to protest the awards made to poetasters; (2) the great Perugian, Aldo Capitini (1899-1968), was one of the founders of the democratic, anti-Fascist Party of Action and the founder of Italy's Nonviolent Movement; (3) Capitini's father was the bellringer of Prior Palace for decades.


Letterina a un glottologo di spello

Il beglio de sta' scarpa è lo spunterbo
Pressamporco il comune sta distante
Quanto noi dalla chiesa. L'orizzonte
s'è scalampato e stai dicendo che
la fine del carduccio è dentro l'oglio.
Le palomme s'aghiandano a Torsciano,
e a Passignano fa la lucarella
all'uscio della vedova il pievano.
Pietro Vannucci è un magnalasche impavido,
il Pintoricchio sale sul bricòcolo.
Benedetto Bonfigli non ha un lillero,
squàcquara il Caporali e la sua scaglia
cerca di sera tra la farzumaglia.
Vole arzumià Fiorenzo di Lorenzo
la spèrpera che fa le capucèrtole.
Scuote il Doni il suo beglio capigiottolo.
Uno spaccasolfino è Ludovico
D'Angelo. Giotto afronta galaverne
e nella lozza affonda le carògnole.
Fatiga, boia mio,che sei pagheto:
semina cintaròli nel canneto!

Letterina a un glottologo di Spello - Il bello di questa scarpa è la falce / pressappoco il comune è distante / quanto noi dalla chiesa. L'orizzonte / si è dissolto e stai dicendo che / la fine del piccolo cardo è nell'olio. / Le colombe si fondano sulle ghiande a Forgiano, / e a Passignano fa il corteggiamento / sull'uscio della vedova il pievano. / Pietro Vannucchi è un mangialasche impavido, / il Pinturicchio sale sull'albicocco, / Benedetto Bonfigli non ha un soldo, / straparla il Caporali e la sua ganza / cerca di sera in mezzo al pacciame. / Fiorenzo di Lorenzo vuole rassomigliare / alla bisbetica che fa le capriole. / Il Doni scuote la sua testa allegra. / Ludovico D'Angelo è un pedante. / Giotto affronta gelate / e ffonda nella fanghiglia piccole carogne. / Fatica, figlio mio, che sei pagato: / semina carciofi nel canneto!

(traduzione di Achille Serrao )

I testi sono tratti da Serate di poesia a Perugia

Note to a Glottologist from Spello

The beauty of this shoe is the sickle
more or less like the town hall is as far
as we are from the church. The horizon
has vanished and you are saying that
the end of the tiny thistle is in the oil.
Doves catapult down on Torgiano's acorns,
and in Passignano the parish priest
comes to court at the widow's threshold.
Pietro Vannucci is a fearless roach-eater.
Pinturicchio climbs the apricot tree.
Benedetto Bonfigli doesn't have a lira.
Caporali rants and raves and his paramour
reconnoiters all night in the compost heap.
Fiorenzo di Lorenzo wants to emulate
the shrew who does somersaults.
Doni shakes his merry head.
Ludovico D'Angelo is a pedant.
Giotto confronts frosts and, in slush,
sinks miniscule carrions.
Toil, my boy, they pay you:
sow artichokes in the canebrake!